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Terni, 25 novembre 2015

 COMUNICATO STAMPA


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Tavola rotonda “Filippo Micheli nella storia dell’Umbria” in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa di uno dei parlamentari che hanno fatto la storia del dopoguerra umbro e Santa Messa in suffragio.

 

 

Gremita la sala dell'auditorium Don Bosco, per ricordare Filippo Micheli, parlamentare ternano della Dc dal 1948 al 1994 e par tanti anni Segretario nazionale amministrativo, nel ventesimo anniversario dalla sua scomparsa. I presenti hanno ricordato la sua figura come uomo e come politico, con ampi riferimenti anche al Piano umbro, lo strumento da lui stesso pensato e che cercò tra gli anni Sessanta e gli anni settanta di puntare ad un nuovo sviluppo per il territorio regionale. Un piano che, come è stato detto, fu capace di precorrere i tempi puntando a tematiche che sarebbero moderne anche oggi, ma che poi finì per restare in un cassetto.

Alla presenza di tanti amici e familiari di Micheli, si è parlato di tutto questo nell'incontro dibattito organizzato dal Centro studi Ezio Vanoni dal titolo: “Filippo Micheli nella storia dell'Umbria”. Per l'occasione è stato anche introdotto il volume pubblicato da Mario Roych (anche lui tra i relatori) intitolato “Filippo Micheli, promotore e protagonista del Piano umbro”.

Ampio lo spazio al piano, Piano umbro, che conteneva anche lo studio ed il progetto di molte opere realizzate nel territorio regionale o delle quali si parla ancora oggi per un completamento, come la superstrada Terni-Rieti, i raddoppi ferroviari Orte-Falconara e Terni-Rieti-Sulmona, i progetti per lo sviluppo delle risorse turistiche dei territori umbro-sabini e la valorizzazione dei tessuti industriali e produttivi.

Introduzione affidata a Vincenzo Micheli, presidente del Centro studi Vanoni, che ha ricordato al figura di suo padre. «Abbiamo il piacere ed il desiderio di ricordarlo, come uomo vicino alla famiglia, ai suoi elettori ed anche alla parrocchia di San Francesco». Citando anche un passo di un libro che Micheli scrisse nel 1994, nel quale parlava della questione dei flussi migratori, dicendo che «servono leggi che li regolino e puntino ad una solidale accoglienza».

Mario Roych, introducendo il suo libro, ha ripercorso le tappe del Piano umbro. «Un piano che, contrariamente alle promesse dell'allora ministro Ugo La Malfa, non venne adottato da alcuna istituzione e rimase nel cassetto. Anche perchè poi, con l'avvento delle Regioni nei primi anni Settanta, nessuno parlava più dei problemi affrontati dallo strumento di Micheli. Ma lui aveva fatto scelte precise per dare alle istituzioni l'assistenza per fare piani regolatori e piano di sviluppo. Dalla Regione dell'Umbria arrivò una grande delusione, quando Pietro Conti lo definì un piano superato». Parlando di Micheli, ha detto: «La Provvidenza ci ha regalato questo personaggio,s senza il quale la storia dell'Umbria sarebbe stata diversa».

Claudio Carnieri (presidente di Agenzia Umbria ricerche) ha ricordato i tratti umani ma anche politici, di Micheli. «Fu dirigente della Dc a tutto tondo, interpretando la natura popolare di quel partito. Il suo senso della politica era lontano visioni subalterne e vicino ai bisogni delle comunità». Ricordando il Piano, Carnieri ha fatto riferimento anche ai tanti confronti tra la Dc ed il Pci («del quale anche io sono stato esponente») con l'intento di arrivare ad un orientamento comune per il futuro dell'Umbria. «Nel percorso del piano, l'Umbria conquistò una sua identità ed una sua unificazione, grazie ad un impegno culturalmente molto avanzato che coinvolse tutto le forze politiche. Si scrisse, allora, una pagina essenziale per l'Umbria».

Gianpiero Bocci (Sottosegretario al Ministero dell'interno), ha ricordato Filippo Micheli come  «persona con grande senso di umanità. Un amico sul quale contare. Sempre pronto ad ascoltare tutti, capace di fare della vicinanza popolare il suo più grande valore. E' stato un uomo coerente ed anche un uomo moderno. Il Piano umbro fu una vicenda tutta politica che precedette quello che sarebbe diventato il regionalismo negli anni Settanta, con la nascita delle Regioni come vere e proprie assemblee legislative, che oggi purtroppo sembrano spesso ridotte al ruolo di semplici enti locali. Micheli capì molto prima che occorreva uno sforzo per dare all'Umbria unità ed identità. Credeva anche nel dialogo con personaggi politici opposti al suo pensiero. Non era consociativismo, ma era responsabilità collettiva per puntare tutti insieme al bene comune di tutta l'Umbria».

Saluto finale afdfidato al professor Giovannmi Paciullo, rettore dell'Univrsità per stranieri di Perugia.

 

Al termine del convegno, l’arcivescovo metropolita emerito della diocesi dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, ha celebrato nella chiesa di San Francesco la Santa Messa in ricordo di Filippo Micheli. Nella sua omelia, ha ricordato i tratti prettamente umani dell'esponente politico scomparso venti anni fa, partendo da una lettera di testamento da lui stesso lasciata nella famiglia e citata in un volume scritto dalla nuora, Renata Natili Micheli. Ha ricordato quanto per lui fosse importante la famiglia, così come l'impegno di dare la sua vita agli altri, anche attraverso la sua azione politica. «Ha cercato – ha detto nell'omelia – di vivere la sua fede anche nell'impegno politico, come via verso la santità». Tracciandone il profilo parlandone come di «un uomo che non perdeva tempo in alchimie politiche, ma amava fare ed agire, ascoltando la gente e cercando di conoscere i problemi per dare un suo contributo per risolverli. Ha dato la sua vita – ha concluso – per la famiglia e per il prossimo ed ha cercato sempre il bene comune. Chiediamo al Signore che ci mandi anche oggi uomini e donne come lui».

 

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