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Ad ognuno il suo “Cetto La Qualunque” PDF Stampa E-mail

Ad ognuno il suo "Cetto La Qualunque"

 

«Ogni tempo ha il suo fascismo: a questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando e distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti sottili modi la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine».

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Ragioniamo ancora di politica PDF Stampa E-mail

Ragioniamo ancora di politica

 

La discussione ferve sul significato di “destra” e “sinistra” anche in concomitanza del “rompete le righe” suonato per tutti in occasione della crisi libica. Non ci riconosciamo nelle definizioni che ci sentiamo appiccicate addosso come la pelle e che rimandano ad uno schematismo ormai arcaico che definiva, per esempio, la sinistra “pacifista” senza se e senza ma e la destra comunque “guerrafondaia”.

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8 marzo 2011 PDF Stampa E-mail

Anche noi del Centro Studi E. Vanoni, vogliamo ricordare la giornata dell’8 marzo più semplicemente ricordata come la “Festa della donna”. Dietro a questa espressione, un po’ negligé, c’è tutto un distanza coperta dalle “donne” per uscire dal cono d’ombra della storia “narrata” dai vincitori, in quanto considerati gli esclusivi protagonisti, e perciò relegate in una zona umbratile di un attivismo considerato marginale.

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Dopo l'inverno PDF Stampa E-mail

Dopo l'inverno

Renata Micheli

 

 

 

Ci sono momenti nella vicende di un popolo, che segnano interi passaggi della storia. Uno di questi è segnato dalla spaccatura avvenuta in Consiglio dei ministri sulla indicazione del 17 marzo p.v. (anniversario del centocinquantenario dell’Unità d’Italia) come “festa nazionale.
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A 40 anni dagli statuti delle regioni: verso il federalismo PDF Stampa E-mail

A 40 anni dagli statuti delle regioni: verso il federalismo.

Cittadinanza e coesione sociale

Gennaio 2011 di Renata Micheli

 

« …Si dice che questa sia la generazione della decrescita, e la si chiama generazione inascoltata o non garantita. La disoccupazione giovanile è un dramma per la società»; « … Andare oltre le previsioni e forzare la crescita … » perché a questi ritmi non si potranno risolvere problemi cruciali come quello della disoccupazione, in particolar modo quella giovanile. Partiamo da qui, da queste due citazioni (la prima del Cardinal A. Bagnasco, presidente della CEI e la seconda di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica) per focalizzarci sulla domanda cui entrambe rimandano: quanto a lungo una società complessa, come la nostra, può tollerare la cosiddetta “decrescita serena” cui sembra essere destinata?

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Buon compleanno Italia PDF Stampa E-mail

BUON COMPLEANNO ITALIA

Il giorno ci sembra favorevole per parlare della “democrazia”, quella definita da Norberto Bobbio “la democrazia dei moderni”. Cioè parliamo di noi e della nostra attualità. Gli eventi dei quali siamo spettatori ci fanno percepire, con inusitato stupore, che i nostri giorni sono “giorni di bambù”, fragili, sottomessi alla violenza degli eventi che precipitano. Sia che determinati dalla straordinarietà della rottura degli argini da parte della natura, come sta avvenendo in Giappone, sia che determinati dalla furia che disvela il potere in tutta la sua brutalità quando si difende, come sta accadendo nella vicina Libia. Questi episodi espongono tutta l’impotenza ad essere dominati con gli strumenti ordinari predisposti dalla democrazia, quali il “consenso”. E ciò accade sia che si tratti della scelta del nucleare sia che riguardi il funzionamento degli organismi internazionali di “controllo” democratico, quali l’Onu che incespica nei suoi stessi meccanismi di presa della decisione.

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Il futuro della nostra età PDF Stampa E-mail

Il futuro della nostra età

Renata Micheli

Le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano meglio di qualsiasi altre esprimano la preoccupazione per la temperie dei giorni che viviamo. Parlando l’11 febbraio u.s alla cerimonia di consegna dei Premi «Presidente della Repubblica, ha espresso con sobrietà la sua consapevolezza che i tempi sono «comunque difficili, nel tanto frastuono e tra i tanti motivi di ansietà».
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Oltre l’attualità PDF Stampa E-mail

Oltre l’attualità

Renata Micheli

 

 

 

La post modernità ha le sue parole d’ordine. Una di questa è “autodeterminazione”. Le femministe storiche negli anni settanta ne fecero una bandiera e, nel confronto con le donne cattoliche, la inalberavano come vessillo di una libertà senza “se” e senza “ma”. Se il “se” era riconducibile all’ “etsi Deus non daretuer”, il “ma”, d’un colpo, azzerava tutto il tormentato itinerario del gnoseologismo dell’età moderna riassumibile nel nihil esse certi di Cartesio.
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